Paura del giudizio e timidezza, quando sono i sintomi di un Disturbo d’ansia sociale?

La voglia di fare bella figura e la paura di essere rifiutati sono esperienze che accomunano tutti gli esseri umani e fanno parte del nostro patrimonio genetico: l’ansia provata in situazioni in cui siamo giudicati da altre persone (ad esempio: un colloquio di lavoro, un primo appuntamento,…) è una sensazione che tutti noi conosciamo e che è normale provare. Inoltre, è stato dimostrato che un giusto grado di ansia , né troppo elevato e né troppo basso, ci aiuta ad avere prestazioni ottimali.

La ragione alla base di questi comportamenti è che all’epoca dei nostri antenati, vivere in gruppo era essenziale per aiutarsi reciprocamente a cacciare, a procurarsi il cibo, a crescere i figli ed a difendersi dai pericoli: in altre parole, condividere e cooperare con gli altri membri del gruppo significava sopravvivere. Il nostro cervello si è quindi evoluto identificando come una grave minaccia l’essere respinti.

Nel Ventunesimo secolo, l’essere rifiutati non rappresenta più un pericolo per la nostra sopravvivenza, tuttavia per alcune persone rimane un grande timore e cercare di evitare il rifiuto diventa un obiettivo importante.

Si parla di disturbo d’ansia sociale quando la persona si sente come se fosse costantemente di fronte ad una commissione d’esame, come se avesse sempre gli occhi puntati addosso, anche in situazioni che non prevedono il giudizio come; andare al ristorante, entrare in un negozio, chiedere un’informazione, parlare con i colleghi,…

Chi soffre di ansia sociale teme di potersi comportare in maniera tale da essere umiliato oppure ha paura che gli altri possano accorgersi della sua condizione e che lo giudichi ridicolo, debole o inadeguato.

Chi soffre di disturbo di ansia sociale, già prima di affrontare la situazione sociale che teme, inizia ad anticipare con pensieri e immagini, solitamente a carattere negativo, quello che potrebbe succedere, provando di conseguenza un forte disagio, che prende il nome di ansia anticipatoria.

Durante l’evento temuto la persona temendo il giudizio dell’altro, tende ad automonitorarsi, cioè osserva dettagliatamente i propri comportamenti ed il proprio corpo nel tentativo di prevenire situazioni umilianti o imbarazzanti.

Quando la situazione termina la persona inizia a riflettere su quanto accaduto iniziando a ripensare agli aspetti negativi, senza considerare quelli positivi (valutazione post-evento).

Evitare le situazioni temute funziona?

L’evitamento nel lungo periodo induce chi ne soffre ad evitare le attività a cui vorrebbe al contrario partecipare, lo svolgimento di una vita soddisfacente ed ostacola la possibilità di vedersi come una persona capace. Inoltre, alcuni comportamenti protettivi che la persona mette in atto per nascondersi dall’imbarazzo, potrebbero intensificare i sintomi temuti  (es. evitare di togliere la giacca per non far vedere la camicia bagnata di sudore potrebbe portare ad un aumento della temperatura corporea e quindi aumentare la sudorazione.

Che differenza c’è con la timidezza?

La timidezza è un tratto di personalità comune e non è considerata di per sé patologica. In alcune società, la timidezza è addirittura valutata positivamente. Tuttavia quando vi è un impatto significativamente negativo in ambito sociale, lavorativo o in altri ambiti di vita dovrebbe essere essere presa in considerazione la diagnosi.

Qual è il trattamento secondo la psicoterapia cognitivo-comportamentale?

I sintomi e il disagio legati al disturbo di ansia sociale, tendono a cronicizzarsi e a persistere nel tempo se non si interviene. La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata efficace per la cura di di questo disturbo e si concentra su:

  • Ridurre la sintomatologia ansiosa, il timore del giudizio degli altri e il bisogno di riconoscimento
  • Controllare i pensieri sulle proprie prestazioni
  • Ridurre il timore di mostrare ansia
  • Ridurre i comportamenti di controllo dell’ansia e gli evitamenti delle situazioni sociali ansiogene.

Bibliografia e sitografia:

  • Marsigli, N. (2018). Stop all’ansia sociale: Strategie per controllare e gestire la timidezza. Italia: Edizioni Centro Studi Erickson.
  • Biondi, M. (2014). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Italia: Cortina Raffaello.
  • Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento. (2006). Italia: Cortina Raffaello.
  • www.stateofmind.it/fobia-sociale-ansia-sociale/

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